Ipotesi slittamento al 2017 ma resta incerto se la norma entrerà nel Ddl domani. Consumatori dall’Antitrust. Il M5S accusa il governo di voler favorire le imprese con rimozione tutela e commissariamento Gse.
giovedì 19 febbraio 2015 – da www.staffettaonline.com
Il governo pensa di spostare in avanti al 2017 la scadenza delle tutele di prezzo per il mercato dell’energia, contro il giugno 2015 (gas) e giugno 2016 (elettricità) pensato inizialmente, ma resta incerto se la norma, che vede forte opposizioni tra i consumatori, la contrarietà dell’Autorità per l’energia e cautele anche nel mondo delle imprese, finirà per entrare nel Ddl concorrenza atteso in Cdm domani .
Una fonte governativa citata dall’agenzia Reuters riferisce che l’esecutivo sta pensando di rinviare al 2017 la scadenza pur di portare a casa il risultato, ma aggiunge che vista la forte opposizione è difficile immaginare se la norma entrerà o no nel Ddl. Una fonte vicina alla materia commenta con la Staffetta che anche se al Mise sono convinti della fattibilità della rimozione in tempi brevi delle tutele, “è difficile immaginare che la norma possa passare se sono in pochi a volerla davvero”.
E che il fronte a sostegno non sia molto compatto lo si è già evidenziato nei giorni scorsi. Non solo l’Autorità, secondo cui il mercato di massa è ancora in gran parte immaturo, non solo l’AU, che perderebbe la propria funzione principale, le 16 associazioni dei consumatori che hanno detto un secco “no” (v. Staffetta 16/02), andando in queste ore anche a parlare con l’Antitrust – che invece sostiene la necessità di superare le tutele – o da ultimo il M5S che ha presentato un’interrogazione al Senato. In effetti perfino nel mondo delle imprese non c’è un fronte compatto, almeno non su scadenze ravvicinate come quelle ipotizzate del governo – questo anche per divergenze tra fornitori storici e newcomer su come gestire il processo (v. Staffetta 17/02).
Un’ipotesi più graduale su cui si registra una qualche convergenza è quella profilata dal presidente dell’Autorità Bortoni in un’intervista alla Staffetta (v. Staffetta 12/02): un’uscita relativamente a breve per le classi di clienti più mature come gli elettrici non domestici – si potrebbe fare entro il 2015 secondo la maggiore associazione degli elettrici Assoelettrica – e un tempo più lungo, di qualche anno, per le famiglie (tre anni secondo Assoelettrica).
L’indiscrezione sul 2017 potrebbe indicare che il governo sta prendendo atto della situazione. Resta comunque da vedere se la norma entrerà domani in Consiglio dei ministri e, se accadrà, come arriverà in fondo al lungo iter parlamentare.
I senatori del M5S Gianni Girotto e Gianluca Castaldi hanno nel frattempo presentato un’interrogazione al governo (v. allegato) accusandolo in sostanza di un unico disegno per favorire le aziende di vendita di energia attraverso sia l’abolizione della tutela sia il commissariamento del Gse, ipotesi di cui ha parlato la scorsa settimana l’agenzia Ansa citando fonti parlamentari – con la seconda mossa che secondo i senatori sarebbe funzionale alla prima.
“Il M5S – si legge in una comunicato – porterà avanti la battaglia per il mantenimento della tutela per i consumatori almeno fino a quando non verranno realizzati gli strumenti per la piena consapevolezza del consumatore sulla possibilità di scelta degli operatori e dei prezzi applicati; fino a quando non verranno costruite le condizioni per operare in un mercato realmente libero nel quale la concorrenza sarà capace di determinare realmente dei benefici di riduzione dei costi. Diversamente, diventerà una nuova marchetta da ostacolare con ferma decisione”.
L’Unione nazionale dei consumatori nel frattempo ha fatto sapere che ieri “le associazioni dei consumatori sono state ricevute dall’Autorità Antitrust alla quale hanno espresso tutte le loro preoccupazioni per la la possibile cancellaione della tutela. “L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – commenta con soddisfazione il responsabile energia di Unc Pieraldo Isolani – ha dichiarato di voler valutare con attenzione i nostri dubbi e di evitare che la legge si traduca, paradossalmente, in uno scenario negativo per i consumatori”.