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Sul futuro dell’energia in Italia Calenda fa decidere la finanza

Mentre Obama chiude il suo mandato con una lunga, incondizionata e dettagliata dichiarazione d’amore verso le energie rinnovabili (vedi post precedente), qui in Italia il nostro Ministro dello Sviluppo economico gestisce l’aggiornamento della nostra Strategia Energetica Nazionale alle vecchia maniera, cioè facendosi consigliare da soggetti proprio del settore da regolamentare, secondo il più classico e grave schema di conflitto d’interesse. Dovrebbero essere invece i nostri esperti Pubblici ad avere tale ruolo di consiglieri, come RSE, GSE, Enea… d’altronde, sono pagati con denaro pubblico per servire appunto alle finalità pubbliche… altro che rottamazione…

Questo il post sul blog: http://www.beppegrillo.it/2017/01/sul_futuro_dellenergia_in_italia_calenda_fa_decidere_la_finanza.html

Come sempre, ricordo che chi vuole approfondire in poco tempo la materia, trova diversi libri già riassunti nella mia sezione “Indispensabili”, molti ascoltabili tranquillamente anche con le cuffiette, partite magari da “2°C” che ci fa un quadro generale del presente e del futuro…

Qui il link: https://giannigirotto.wordpress.com/indispensabili/libri/

Qui il testo integrale del mio intervento

Colleghi e cittadini, mentre le bollette energetiche degli italiani salgono in modo incontrollato (al 1° gennaio, +5 per cento quelle del gas e +1 per cento quelle dell’elettricità), mentre la produzione di energia elettrica da fonte fossile aumenta e la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile diminuisce.

Mentre accade questo, il ministro allo sviluppo economico Carlo Calenda pensa di far riscrivere le regole della strategia energetica nazionale dagli stessi attori che quegli aumenti stanno determinando. Su questo punto, il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione su cui chiediamo una risposta al più presto. Nello specifico cosa è successo? È successo che il ministro Calenda ha scelto di coinvolgere nella consulenza per lo studio di revisione della strategia energetica nazionale la società privata statunitense Boston Consulting Group, da cui arriva Francesco Cuccia, attualmente capo della segreteria tecnica dello stesso Ministro. Quindi, una persona che ha lavorato alla Boston Consulting Group fino a poco tempo fa adesso è capo della segreteria tecnica, e alla sua ex azienda viene conferito questo prestigioso incarico.

Insomma, qualche dubbio ci sorge. Sarebbe utile che il Ministro venisse in Parlamento a riferire, invece di affidare a un brevissimo tweet le proprie intenzioni. Ora, noi verificheremo se sulla vicenda esista o no un conflitto di interessi, ma ci preme di chiarire un altro aspetto fondamentale: chi paga quella consulenza. Infatti, cari italiani, dovete sapere che questi soldi non li tirerete fuori direttamente attraverso il Ministero dello sviluppo economico, perché non li paga il Ministero, ma li mettono Terna e Snam, quindi, indirettamente, sempre voi italiani. Terna e Snam perché, evidentemente,
hanno un futuro legato mani e piedi proprio al destino della strategia energetica nazionale.

Quindi, i due attori principali sono quelli che pagano lo studio su cui andrà basata la modifica della strategia energetica nazionale. Tra l’altro, due aziende che prevalentemente sono ad azionariato straniero e, quindi, potrebbero tranquillamente non fare gli interessi nazionali. Ma perché questo studio non è stato affidato ai nostri bravissimi tecnici, veramente bravi, presso il Gestore dei servizi energetici, ricerca di sistema energetico e l’ente nazionale per le nuove tecnologie, l’energia, e lo sviluppo economico sostenibile? Perché continuare a fare decidere sulla strategia energetica nazionale e su aspetti strategici investitori stranieri?

Cari italiani, siamo passati, negli ultimi anni, da un controllo strategico pubblico sull’energia ad uno al servizio di interessi particolari privati i cui obiettivi, però, temo non coincidano con un
modello di sviluppo sostenibile cui dobbiamo puntare con la strategia energetica nazionale, cioè il raggiungimento dei target e degli obiettivi 2030 sulla riduzione delle emissioni, sull’incremento della
produzione di energia rinnovabile e di efficienza energetica, in una parola: lotta al cambiamento climatico e alla disoccupazione. Sì, disoccupazione, perché efficienza energetica e fonti rinnovabili
significano centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro.

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