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Interviste agli imprenditori delle Rinnovabili – SolarExpo 2014

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Dopo aver trascorso 3 giorni alla più importante fiera nazionale del settore delle Energie Rinnovabili, una cosa posso dire di sicuro: La delusione e la rabbia sono forti.

Delusione e rabbia per aver constatato con i miei occhi e le mie orecchie che un settore dichiarato ufficialmente “Strategico” per l’Italia, sia in realtà non solo snobbato dalla politica, ma sopratutto attualmente fortemente ostacolato.

Parlando di “strategico” infatti ricordo per primo a me stesso che l’attuale S.E.N. (Strategia Energetica Nazionale) varata appena un anno fa (marzo 2013) pone lo sviluppo delle Rinnovabili in uno dei suoi 7 punti operativi, dichiarando testualmente che “l’Italia intende superare gli obiettivi di produzione rinnovabile europei (‘20-20-20’), contribuendo in modo significativo alla riduzione di emissioni e all’obiettivo di sicurezza energetica”.

Invece non solo non ho visto la politica a fianco degli imprenditori nel corso di questa Fiera, ma nell’ultimo anno, come ben sanno gli operatori del settore, la politica ha legiferato una serie di ostacoli per il settore (e quindi forse è proprio per questo che i politici hanno disertato di farsi vedere in fiera…)

Non è possibile infatti considerare positivamente la presenza “formale” del ViceMinistro DeVincenti che ha è stato brevemente presente in due convegni rassicurando a parole, ancora una volta, la categoria. Vi è stata anche una brevissima comparsa del Ministero dell’ambiente, relativamente ad un convegno sul Solare Termodinamico, ma oltre a queste due brevi apparizioni appunto, non si sono visti parlamentari in carica girare tra gli stand e parlare con gli operatori per cercare di rendersi conto effettivamente della situazione.

Io naturalmente ero presente come rappresentante delle Commissioni Industria Commercio e Turismo e Attività Produttive di Senato e Camera del Movimento 5 Stelle, e quindi di tutto il Movimento che come ben saprete pone l’Efficienza energetica e le Rinnovabili come priorità assoluta del Programma politico.

Ho quindi vissuto in prima persona l’esasperazione delle imprese del settore che si trovano a dover combattere non tanto con la concorrenza internazionale, che pure da sola è più che sufficiente a non farci dormire sonni tranquilli, quanto piuttosto con una burocrazia assurda e, peggio ancora, con regole del gioco che cambiano continuamente, in corsa. Ora chi mai si siederebbe ad un tavolo da gioco al quale il croupier ha facolta di cambiare le regole quando vuole nel corso della partita?

E’ sotto gli occhi di tutti che il settore sta subendo un feroce attacco perchè in pochi anni è andato a intaccare fortemente la “torta” che prima era a totale appannaggio delle grandi multinazionali del fossile, ed evidentemente alla maggioranza della politica nè le preoccupazioni ambientali nè quelle industriali sono sufficienti ad indurli ad un diverso comportamento.

Sarebbe davvero tragico perdere queste filieri industriali, che viceversa potrebbero svilupparsi ulteriormente stante le enormi potenzialità dei mercati del mediterraneo, verso il quale peraltro si stanno già orientando.

Alla politica il compito di far rimanere in Italia le sedi di tali aziende, per il momento io cedo la parola e vi invito ad ascoltare le brevi interviste che ho rivolto ad una dozzina dei protagonisti del settore, che molto meglio di me sono in grado di riassumere la situazione.

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