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Mose, Cantone: Venezia peggio di Milano. Qui la corruzione è a 360°

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L’inchiesta sul Mose di Venezia apre altri filoni di indagine, creando un effetto domino che ha sorpreso gli stessi inquirenti. Adesso spuntano anche bonifiche mai fatte, ma costate centiania di milioni di euro, che coinvolge di nuovo il Consorzio Venezia Nuova (Cvn), già titolare dei lavori del Mose. Si parla ormai di Sistema Venezia. Ma la doccia ghiacciata è arrivata all’ora di pranzo di ieri, quando il presidente dell’autorità nazionale anti corruzione Raffaele Cantone ha chiesto persino il commissariamento del Cvn. «Venezia è peggio di Milano. Qui la corruzione è a 360°», ha commentato Cantone. E c’è da credergli.

Il sistema di corruzione e di appalti truccati mette al centro le “transazioni ambientali” per Marghera, volute fortemente dal ministero dell’Ambiente. Bonifiche inservibili e mai effettuate, che vede sotto indagine 26 persone. Ma come ci si arriva? Secondo gli inquirenti il meccanismo messo in piedi dal ministero ha al centro la figura di Gianfranco Mascazzini, ex direttore generale del ministero dell’Ambiente e deus ex machina che incanala finanziamenti milionari nelle casse di Cvn.

Ma che cosa sono le “transazioni ambientali”? Si tratta di un accordo economico col ministero per liberare il privato dall’onere delle bonifiche. In pratica i privati proprietari di aree inquinate – nel nostro caso solo presuntamente inquinate – pagano la bonifica che viene fatta direttamente dal ministero, anziché occuparsene direttamente. Nel caso in questione quei soldi venivano poi girati a Consorzio Venezia Nuova, che avrebbe poi effettuato quegli interventi. Mascazzini, stando a quanto scrivono i giudici, obbligava i privati a versare soldi per tenere gli ispettori ambientali del ministero dai luoghi inquinati.

Quelle bonifiche non sono mai state fatte – anche perché in alcuni casi non servivano – ma i soldi sono stati bruciati. Questo meccanismo, stando agli inquirenti, serviva per accrescere il potere di Mascazzini, per il quale la Procura di Roma ipotizza anche il reato di concussione. Si parla di 43 transazioni diverse, per un totale di 535 milioni di euro. Apparentemente si tratta di un sistema virtuoso; ma non la pensano i giudici, secondo i quali invece era solo un modo per incamerare denaro da girare a Cvn, senza che i terreni venissero realmente bonificati laddove ce ne fosse davvero bisogno.

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