Qualche settimana fa avevamo parlato della situazione energetica delle isole minori, che non sono connesse alla rete nazionale e producono energia sostanzialmente da generatori diesel. Uno spreco che non può più essere tollerato, per via della continua emorragia di risorse pubbliche per alimentare sistemi elettrici vecchi ed inefficienti. I modi per intervenire e risolvere questa situazione ci sono: lo dimostra l’esempio di Ginostra a Stromboli, alimentata al 100% da fonti rinnovabili.
Ora anche il Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) propone dei progetti per mettere fine a questa paradossale situazione, che riguarda direttamente oltre 40.000 persone che vivono sulle piccole isole italiane, ma che coinvolge la totalità dei cittadini quando si tratta di pagare la bolletta elettrica.
«Il progetto Smart Island – scrivono i ricercatori sul sito del Cnr – intende superare i limiti attuali di produzione e distribuzione, altamente inefficiente di energia presenti nelle isole Minori del Mediterraneo e ridistribuire i vantaggi di una smart grid isolana alle aziende locali e alla popolazione residente». Smart grid e Smart cycles, infatti, sono le proposte avanzate dagli scienziati italiani per dare un nuovo corso alla questione energia sulle isole minori.
«Le fasi di installazione delle tecnologie coinvolgeranno la popolazione locale – insiste il Cnr – e permetteranno la formazione di figure professionali necessarie ad implementare il progetto. Sarà anche possibile utilizzare e formare cittadini non italiani presenti sul territorio di Lampedusa creando la possibilità di replicare».
Insomma, si tratterebbe di un progetto innovativo che oltre a rendere più efficiente il sistema di produzione e consumo di energia sulle piccole isole, potrebbe diventare un volano per diverse economie locali creando anche posti di lavoro, sfruttando la rigenerazione delle risorse naturali e rispettando la vocazione turistica di quei luoghi.