Roma, 22 giugno 2015 – “Su carbon tax, sostegno alle rinnovabili e lotta al cambiamento climatico dal governo per ora arrivano solo belle parole. Nei fatti però le norme sono ancora incomplete e un intero settore dell’energia – che si dice di voler far diventare strategico – rischia di essere affossato dall’indolenza e dalle lotte interne alla maggioranza per difendere vecchie rendite di posizione. Se è vero che la lotta al global warming è una priorità di questo governo, allora lo dimostri coi fatti, emanando subito le leggi che consentano la generazione distribuita di energia, chiarendo le norme sull’autoconsumo e abbandoni subito la strada delle trivellazioni petrolifere”. A parlare è il senatore del Movimentoi 5 Stelle Gianni Girotto, commentando la presentazione del piano del governo agli Stati generali sui cambiamenti climatici.
Già oggi l’Italia è all’avanguardia per generazione di energia pulita. Si mettano quindi subito intorno a un tavolo le associazioni di categoria e si discuta con loro sull’attuazione delle leggi che servono a far avanzare un sistema economico sostenibile. “La delega sulla fiscalità, ad esempio, prevede l’applicazione di una carbon tax. Questo avrebbe un effetto concreto nella battaglia contro il riscaldamento globale. Ma l’esecutivo la cita spesso ma si rifiuta di applicare la legge. Mentre Renzi si affanna a parlare dell’impegno di Enel ed Eni nella lotta al climate change. Ma che cosa c’è di green nell’estrazione di petrolio?”, si chiede Girotto.
La verità, secondo in rappresentante 5 Stelle, è che il governo Renzi non è in grado di proporre una visione di lungo termine, assicurando ad operatori e cittadini quella transizione energetica che porterebbe il nostro Paese fuori da un’endemica crisi dei prezzi dell’energia. “Con provvedimenti transitori e di breve durata – insiste Girotto – non si può garantire la sicurezza economica del settore. Di conseguenza le bollette di luce e gas continueranno a salire e il comparto del solare fotovoltaico subirà un duro colpo”.
“Oggi è necessario dimostrare il coraggio di cambiare – conclude il senatore M5S -, slegando la politica dalle vecchie logiche di ripartizione in lotti del potere. In questo momento è necessario più che mai il lancio di una politica industriale nuova, che sia rispettosa della dignità di persone e lavoratori e dell’ambiente in cui viviamo”.