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Inquinanti nelle acque venete, ricorso M5S contro disastro ambientale

Intaccata anche la catena alimentare. I limiti previsti dalla Regione sono intollerabili. Abbiamo impugnatola delibera della giunta

Il Movimento 5 Stelle veneto ha formalizzato venerdì 5 febbraio il ricorso al Tar del Veneto per impugnare la delibera regionale che recepisce i valori dei Pfas (agenti inquinanti chiamate perfluoroalchiliche) nelle acque della regione. Sono 4 le province interessate, 400 mila i residenti coinvolti dallo sversamento di queste sostanze che hanno compromesso le falde e le acque di superficie, intaccando persino la catena alimentare.

Il ricorso è fondato sulle valutazioni della comunità scientifica mondiale, che fissa limiti ben più alti di quelli presi per buoni dalla Regione Veneto. Il limite previsto dalla normativa italiana è di 500 nanogrammi per litro, ma negli Stati Uniti ci sono state condanne molto importanti per molto meno.

Il caso più eclatante è quello della statunitense Dupont, che ha coinvolto circa 70 mila persone. Ma nella nostra regione parliamo di 400 mila persone a rischio. Stiamo parlando di un vero e proprio disastro ambientale che interessa le province di Vicenza, Verona, Padova e Rovigo fino a sfociare nella laguna veneta.

L’inquinamento parte dall’area delle concerie vicentine – continua Lecis – e la sorgente è stata identificata dagli studi ufficiali dell’Arpav nella ditta Miteni di Trissino, che già negli anni Settanta aveva prodotto un primo e pesante inquinamento ambientale. Poi le sostanze tossiche entrano nella catena alimentare, tanto in quella vegetale quanto in quella animale

Secondo le analisi l’inquinamento in questione persiste nell’ambiente nella durata equivalente a quattro generazioni umane e la collettività non può utilizzare i pozzi di acqua potabile profondi fino a 70 metri.

La nostra battaglia legale è iniziata con un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Poi passata al Tar del Veneto.

Chi ha attentato alla salute di centinaia di migliaia di persone deve assumersi la responsabilità di quello che ha fatto. Ma soprattutto ora bisogna smettere di inquinare e iniziare una seria bonifica.

Riconvertendo soprattutto la nostra industria – che è vecchia di mezzo secolo – creando migliaia di nuovi posti di lavoro che garantiscano benessere e assicurino la salute dei cittadini. Dove è il green act promesso da Renzi?

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