Roma, 11 febbraio – “Il Governo che si fa bello con la spending review, mai effettivamente realizzata, ha appena stabilito con un decreto che il referendum contro le trivellazioni si terrà il 17 aprile 2016. In questo modo i cittadini dovranno andare alle urne almeno due volte nell’arco di due soli mesi, dato che entro giugno si terranno anche le elezioni amministrative in molti comuni e forse pochi giorni dopo i ballottaggi. Altro che risparmio sui costi della politica!” – lo denunciano i senatori M5S Gianni Girotto e Gianluca Castaldi con un’interrogazione al Presidente del Consiglio.
“Questo spreco di denaro pubblico, equivalente a 300 milioni di euro, non tiene conto nemmeno delle proteste di molte associazioni di consumatori e del mondo ambientalista, tra le quali Greenpeace, Legambiente, WWF e Marevivo. Basterebbe accorpare referendum contro le trivellazioni ed elezioni amministrative, ma evidentemente anticipare il referendum ad aprile risponde ad un fine ben preciso: non dare sufficiente tempo agli elettori per informarsi adeguatamente sul merito di una consultazione popolare che interessa ambiente, salute e sviluppo locale” – continuano i senatori pentastellati.
“Ricordiamo, infine, che nel 2016 gli italiani potrebbero andare alle urne addirittura cinque volte, perché oltre al referendum costituzionale potrebbe aggiungersi anche un altro referendum contro le trivellazioni, in caso di parere positivo della Consulta agli altri due quesiti delle Regioni. Perché il Governo non ha accorpato il referendum anti trivelle con le elezioni amministrative?” – concludono Girotto e Castaldi.