Non si ferma la deriva speculativa che ha colpito il mercato elettrico italiano e in particolare il meccanismo del dispacciamento. Per il terzo mese consecutivo, infatti, i costi del servizio sono impazziti, portando un aggravio di 300 milioni di euro al mese sulla bolletta di famiglie e imprese.
Non c’è trasparenza nel meccanismo di remunerazione del servizio di dispacciamento elettrico che vede protagonisti solo poche grandi aziende del settore. Dobbiamo fare chiarezza e fermare chi continua ad approfittare della debolezza dei consumatori. Ecco perché come Movimento 5 Stelle abbiamo presentato un’interrogazione urgente al governo, chiedendo di rivedere i sistemi di calcolo ed eventualmente intervenire per recuperare eventuali indebiti maggiori costi, evitando così il conseguente aggravio sulle bollette.
E’ necessario effettuare controlli e cambiare le regole, permettendo maggiore accesso alle informazioni e alla trasparenza. E coinvolgendo anche i piccoli operatori del settore delle fonti rinnovabili.
Ma chi c’è dietro questa speculazione? Come vengono pagati i produttori, secondo quali calcoli? E perché improvvisamente i costi sono schizzati in alto?
I big dell’energia affilando le unghie sulla pelle dei cittadini, scambiandoli per bancomat dai quali prelevare a piacimento. Terna e governo fanno finta di non vedere quello che accade. Gli extra profitti generati dalle grandi imprese – vere padrone del mercato – sono ingiustificabili se paragonati a quelli di prima di aprile.
Mentre le Pmi (Piccole medie imprese) manifestano la propria preoccupazione segnalando come questi accadimenti persistano anche nei mesi di maggio e giugno 2016, con il rischio quindi che in questi tre mesi si accumulino costi per quasi 1 miliardo di euro che comporterebbero un fortissimo aggravio in bolletta.
La conferma di tali preoccupazioni arriva purtroppo puntuale con la Comunicazione del 28 giugno dell’Autorità per l’Energia Elettrica, che conferma che nel prossimo trimestre (luglio-agosto-settembre), la bolletta elettrica subirà un aumento di ben il 4,3%. Cittadini e imprese sono serviti, in barba al dimezzamento del prezzo del petrolio!
Qui il testo della nostra interrogazione a mia prima firma: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=980909