Dal 1 gennaio 2016 è entrata in vigore la nuova tariffa elettrica, che fa sostanzialmente pagare di più chi consuma di meno e viceversa. Nei mesi precedenti avevamo da subito denunciato questa svolta del Governo e dell’Autorità per l’Energia. Perché questa riforma, che fa alzare i costi della bolletta elettrica, penalizza soprattutto le fasce più deboli della popolazione.
Il meccanismo è semplice quanto perverso. Oggi è stata spostata la componente variabile della bolletta – ovvero quella legata a quanto in effetti si consuma – ad una fissa e quindi legata solamente alla potenza del contatore.
E inoltre il risparmio che io ottengo autoproducendomi l’energia, o da un pannello fotovoltaico oppure efficientando gli elettrodomestici – e quindi consumando meno energia – questo risparmio si è dimezzato.
Questo è quello che accade agli utenti domestici.
Ma la cosa è persino peggiore per gli utenti non domestici, perché addirittura per questi utenti non è ancora stato nemmeno calcolato quanto di questa questa quota variabile verrà portata in quota fissa. Quindi ad oggi nessun utente, che sia un piccolo artigiano, piccole imprese, quelle media o quelle grandi sanno quanto gli costa effettivamente l’elettricità.
Oggi tutti loro pagano “un circa”, salvo conguagli.
Da due anni, quindi, tutte queste aziende sono ferme con i progetti di investimento per esempio per autoprodursi l’elettricità, oppure non rinnovando gli apparecchi elettronici passando a quelli più efficienti. Perché non possono calcolare in quanto tempo rientrerebbero dell’investimento.
Se questa è una politica energetica seria!