“I costi del decommissionig nucleare sono ormai fuori controllo (si passa da una previsione di 4.300 milioni di euro del 2008 a 10.000 milioni di euro del 2014). La Commissione Europea ha aperto una nuova procedura d’infrazione nei confronti del nostro Paese, a causa dei ritardi accumulati dal governo Renzi prima e Gentiloni adesso, sul completamento del Programma nazionale per l’attuazione della politica di gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi. Un documento sul quale Bruxelles attende una risposta da marzo 2014 e che tarda ad arrivare”. Attacca così il senatore del Movimento 5 Stelle Gianni Girotto nella recente interrogazione parlamentare destinata ai ministri per l’Ambiente e Sviluppo economico.
“Il destino del Programma nazionale è legato a doppio filo alla pubblicazione del Rapporto Ambientale (ancora grande assente) e la conclusione della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (Vas) del programma nazionale sulla gestione dei rifiuti radioattivi. Passaggio su cui è auspicabile un confronto diretto con la popolazione coinvolta che finora è mancato. Senza l’uno però non può esistere l’altro. A questo si sommano le ricadute dei ritardi sulla presentazione della Cnapi, ovvero la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee al Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. È un cane che si morde la coda, su cui pesa la grave responsabilità del Governo che continua a tacere”, continua.
“Ad aggravare la situazione, se ce ne fosse bisogno, ci si mette il continuo rinvio nell’operatività dell’Isin – la nuova agenzia di controllo delle attività legate al nucleare – i cui componenti sono stati nominati ad agosto 2016, e che ancora non hanno assunto un ruolo attivo. Perché? Sono sorti problemi di natura tecnica oppure nella configurazione prevista dal decreto istitutivo mancano i requisiti di indipendenza e di autonomia come indicati dalla direttiva comunitaria? E mentre attendiamo risposte alle tante domande poste, i costi del silenzio dell’esecutivo ricadono sui cittadini che si vedono addebitare sulla bolletta il saldo crescente del decommissioning e di questa insopportabile negligenza”, conclude Girotto.