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Comunicato stampa – Milleproroghe: M5S, su Industria Governo favorisce pochi gruppi industriali

Roma, 15 feb – “Col Milleproroghe il Governo fa slittare l’applicazione della riforma tariffaria al 1° gennaio 2018 e ribalta la decisione assunta del cosiddetto “taglia bollette”, spostando gli oneri dai consumi al prelievo dalla rete elettrica. Da oltre un anno i consumatori interessati, tra i quali gli operatori del settore produttivo industriale ed imprenditoriale, non conoscono il costo dei consumi dell’energia elettrica. Con forti rischi connessi sia alla tenuta della competitività e della concorrenza nel mercato economico, che sugli investimenti”. Lo afferma in Aula il senatore M5S Gianni Girotto.

“Inoltre – prosegue – lo spostamento degli oneri favorisce alcuni grandi gruppi industriali che saranno esentati. Con conseguenze pesanti per gli altri consumatori di energia che si troveranno nella condizione di pagare maggiori oneri, subendo un incremento involontario dei costi della bolletta elettrica. In questi anni l’Autorità per l’Energia non è stata in grado di quantificare l’energia autoconsumata e del suo impatto sull’intera configurazione degli oneri. Ma di certo sappiamo che quello stesso provvedimento favorisce chi produce e autoconsuma energia proveniente da fonti fossili, nonostante l’opposizione dell’Europa che invita a sostenere con l’esenzione solamente l’autoconsumo da fonti rinnovabili e la cogenerazione”.

“Ma c’è di più – insiste Girotto –: l’esecutivo ha deciso di rinviare ancora di un anno l’obbligo di copertura del 50% dei consumi per acqua calda sanitaria, riscaldamento e raffrescamento ai fini del rilascio dei titoli edilizi sugli edifici di nuova costruzione sapendo che l’obbligo riguarda solamente una minima parte degli edifici interessati rispetto al corposo patrimonio edilizio esistente e che l’imposizione può essere superata con una semplice asseverazione di un tecnico abilitato. Tutto questo si incunea nella già difficile necessità di far fronte agli sconvolgimenti climatici che hanno unito la maggioranza degli Stati del mondo intorno all’accordo di Parigi. Accordo al ribasso, ma pur sempre importante, a cui l’Italia di Renzi prima e di Gentiloni adesso, ha promesso di far fronte con un sedicente Green Act che persino ‘Chi l’ha visto’ non sa che fine abbia fatto”.

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