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Trivelle: M5S, mobiliteremo i veneti per dire no

Roma, 21 apr – “Sulle trivelle il Governo cambia le carte in tavola aggirando il parere dei territori. Daremo battaglia coinvolgendo cittadini e associazioni venete. Il disciplinare del Mise sulle autorizzazioni per ricerca e coltivazione di idrocarburi è a maglie troppo larghe; dà infatti via libera all’apertura di nuovi pozzi petroliferi e non solo alle attività di dismissione e manutenzione. Non si ci può fidare dunque delle rassicurazioni del Governo sul rispetto del divieto a tali operazioni entro le 12 miglia marine. Dobbiamo ridare la parola ai territori e iniziare una rapida uscita dalle fossili. Le parole stanno a zero. Ora è il momento dei fatti.” È la secca posizione del senatore veneto del Movimento 5 Stelle Gianni Girotto contro lo Sblocca trivelle del Governo.

“I veneti devono essere coinvolti nel processo decisionale quando le scelte li riguardano direttamente. La nostra è una Regione che vive di migliaia di piccole attività, di pesca e soprattutto di turismo. Impiantare nuove piattaforme al largo delle nostre coste mette a rischio interi ecosistemi naturali, con ricadute pesanti sulla salute e le economie locali”, spiega il rappresentante 5 Stelle.

“Inoltre anche le piattaforme petrolifere, come tutte le altre attività, devono pagare l’Imu. In Italia la pagano tutti. Perché i produttori di fossili inquinanti non devono farlo? Ci sono due sentenze di tribunale che sanciscono il diritto dei comuni a vedersi riconosciuta quell’imposta. Mentre il Governo difende i petrolieri”.

“Da Palazzo Chigi arrivano tante belle parole su risparmio, efficienza energetica e rinnovabili. Ma nei fatti c’è ben poco. La Strategia energetica nazionale non ha alcun valore di legge ed è inoltre inadeguata a far fronte alla crisi climatica e al rispetto degli obiettivi internazionali sottoscritti anche dal nostro Paese alla conferenza di Parigi sul clima. I danni prodotti finora dallo sfruttamento delle fonti fossili sono enormi. E di questo passo – conclude Girotto – ci vorranno almeno 40 anni per bonificare mezza Italia inquinata da carbone e petrolio. Diamo il via alle bonifiche che portano nuovi posti di lavoro e rilanciamo la crescita attraverso lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. Il momento di cambiare è ora.”

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