Signora Presidente, cittadini, colleghi, quello al nostro esame è un provvedimento estremamente importante. Non abbiamo però assolutamente avuto tempo, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, per affrontarlo in Commissione. Qui in Aula avremmo potuto avere la possibilità di migliorarlo, per affrontare e risolvere alcuni aspetti, che avrebbero potuto far crescere il Paese. Eravamo pronti da agosto dello scorso anno, ma problemi interni alla maggioranza, lavori in corso al suo interno, legati prima al referendum costituzionale e poi alla nota separazione alle primarie, evidentemente non l’hanno permesso. Ancora una volta abbiamo a che fare con un Governo che chiude la possibilità di un dialogo per migliorare il provvedimento e di questo se ne assume la responsabilità.
I colleghi hanno già parlato di molti aspetti in vari settori, dalle assicurazioni, ai beni culturali, ai farmaci. Nei pochi minuti che ho a disposizione mi soffermerò dunque sulla materia sulla quale ho concentrato maggiormente la mia attenzione, quella dell’energia. Abbiamo fatto delle proposte costruttive, che però il Governo ha fatto cadere nel vuoto, perché avrebbero realmente aperto il mercato dell’energia ad una vera liberalizzazione e scardinato un sistema che è ancora troppo centralizzato e oligopolistico, per quanto riguarda la vendita e la distribuzione, con una produzione ancora troppo basata sulle fonti fossili. Eppure abbiamo chiesto cose molto semplici, ovvero di dare a tutti, semplicemente, la possibilità di autoprodurre, autoconsumare e vendere energia da fonte rinnovabile. Si tratta di una cosa che, detta così, sembra scontata e infatti le direttive comunitarie non solo la permettono, ma addirittura la auspicano. Invece noi disapplichiamo le normative comunitarie e vietiamo questo basilare principio di democrazia energetica. Ciò comporta il fatto che stiamo ostacolando il modello energetico del futuro, che è decentrato, rinnovabile ed efficiente e peggioriamo la situazione per ciò che riguarda la salute, l’ambiente e l’economia del Paese. Ricordiamo infatti che questo nuovo modello energetico porterebbe alla creazione di decine e decine di migliaia di posti di lavoro, che invece abbiamo perso a causa di questo Governo “fossile”, che ci ha fatto andare in retromarcia sulle fonti rinnovabili e sull’efficienza energetica.
Stiamo dunque buttando il bambino con l’acqua sporca, perché avevamo raggiunto una posizione di leadership tecnologica, che con le unghie e con i denti siamo ancora cercando di mantenere. Voi state facendo di tutto, però, per far sì che l’Italia perda questa leadership tecnologica e in questo mondo fare ciò significa perdere tutto e diventare schiavi e andare al traino delle altre economie.
Questa mattina il collega Tomaselli si è mostrato aperto rispetto a questi temi, ovvero sui sistemi di distribuzione chiusa, ma queste sue aperture non sono credibili, perché sono le giustificazioni che ascoltiamo dal luglio dell’anno scorso. È passato quasi un anno e non potete continuare a dirmi che ho ragione, senza però votare ciò che propongo, perché volete fare qualcosa di meglio. Se mia figlia mi dà un suggerimento buono, non le rispondo che ha ragione, ma siccome il papà sono io, si fa come dico io, anche se è sbagliato. Voi dite forse questo ai vostri figli, ovvero che si fa come dite voi, anche se sbagliate?
Questo mi state dicendo da luglio. Se volevate veramente darmi ragione, dovevate votare il mio emendamento e poi, essendo la maggioranza, avreste avuto tutto il tempo e la facoltà di fare il vostro auspicato nuovo decreto-legge sull’energia. Invece avete ostacolato questa liberalizzazione e procederete con l’abrogazione del mercato tutelato (24 milioni di utenti e il 20 per cento dei consumi) con la giustificazione che dovete rendere libero un mercato, che è già tale perché tutti possono scegliersi un nuovo fornitore da dieci anni a questa parte.
Voglio spiegare ai cittadini che in questo momento il mercato tutelato è gestito da un acquirente unico, che è un grande gruppo di acquisto pubblico senza scopo di lucro che riunisce 24 milioni di utenti, compra all’ingrosso e fa risparmiare. Che sia così non lo diciamo noi del Movimento 5 Stelle, ma l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, che ha fatto un monitoraggio e ha dichiarato che negli ultimi quindici anni – guarda un po’ – questo mercato ha fatto risparmiare agli italiani circa il 20 per cento del costo dell’energia. Abrogando questo mercato costringete gli italiani a scegliersi un nuovo fornitore sul mercato libero, che costerà di più, oppure, se non scelgono, finiranno nel mercato di salvaguardia, che costerà di più. Sarà proprio una bella scelta tra pagare di più consapevolmente o pagare di più inconsapevolmente. Bellissima scelta.
La maggioranza dei consumatori probabilmente non sceglierà perché inconsapevole e su questo mi ricollego a quanto auspicava il collega Tomaselli questa mattina, che si augurava una crescita delle competenze. Certamente ciò è auspicabile e tutti vorremmo che i cittadini diventassero esperti di energia, fisco, sanità e di tutto, ma i cittadini non hanno il tempo e le competenze. Non possono diventare esperti di tutto. C’è poi una fascia debole di popolazione che è ineliminabile. Penso ai pensionati, ai malati e persone con varie difficoltà che non ce la faranno e non riusciranno ad avere queste competenze. Noi che siamo i legislatori dovremmo semplificare la vita alla gente e non peggiorarla. Dovremmo avere coscienza che negli altri Paesi, che hanno attuato un processo analogo, è successo questo: la maggior parte degli utenti non ha avuto la competenza di scegliere ed è finita nel servizio peggiorativo, che abbiamo chiamato di salvaguardia. Avete demandato a un decreto del Ministero dello sviluppo economico la definizione del passaggio della fine del mercato tutelato e questo comporta due conseguenze: un aumento del costo della fornitura e una diminuzione dei diritti sanciti dall’Unione europea, perché il mercato elettrico non sarà più considerato come servizio universale. Quindi, ci sarà un aumento dei costi e una diminuzione dei diritti, un fantastico abbonamento.
Ho già detto prima che il cliente che sceglierà consapevolmente molto probabilmente pagherà circa il 20 per cento in più; il cliente che non sceglierà pagherà ancora di più perché il servizio di salvaguardia, al contrario del nome, poiché ha per finalità l’incentivazione del passaggio al mercato libero, costerà ancora di più. La scelta è, quindi, tra pagare circa un 15-20 per cento in più consapevolmente o pagare ancora di più inconsapevolmente. Molto bene: è come se a una persona deste l’opzione di saltare nella padella o nella brace.
Facciamo sparire un punto di riferimento virtuoso perché il mercato tutelato era un punto di riferimento virtuoso verso il basso. Facendolo sparire – attenzione -creiamo il serio pericolo di innescare un circolo vizioso: sparendo un punto di riferimento verso il basso, i fornitori saranno liberi di alzare perché non ci sarà più quel punto di riferimento e avranno la scusa di dire che costano sempre un po’ meno del servizio di salvaguardia e che conviene stare con loro, anche se fanno pagare caro.
Ribadisco che nel Regno Unito, dove hanno fatto questo tipo di operazione, hanno dovuto mettere un tetto per evitare che questo circolo vizioso andasse avanti all’infinito.
Ora, ricordiamoci che con il testo che approviamo, noi daremo la possibilità a molte persone di entrare in questo mercato di salvaguardia più caro anche di 100 euro a megawattora (perché in questo momento il mercato di salvaguardia costa 100 euro al megawattora in più rispetto al mercato libero) e questa è una responsabilità che voi vi assumete nei confronti soprattutto delle PMI che naturalmente consumano una buona quantità di energia. Chi ne beneficerà? Naturalmente i grandi operatori. Questa mattina il collega presidente di Commissione Mucchetti aveva citato l’Enel, ovviamente, ma c’è anche Sorgenia e qui abbiamo il collegamento con le banche perché Sorgenia è di proprietà delle banche, che naturalmente hanno voluto la restituzione del favore fatto con il prestito di 20 miliardi di euro e quindi sono evidentemente venute a battere cassa (tra l’altro, consentitemi la parentesi, vedremo se questi 20 miliardi di euro saranno sufficienti per salvare le banche).
Tutto questo accade perché non avete voluto votare la nostra proposta. Sì, c’era un’alternativa molto semplice: lasciare le cose così com’erano e informare i cittadini che il mercato è già libero, farli crescere culturalmente come auspicava il relatore, spiegando loro che ci sono offerte più convenienti, perché effettivamente, ad oggi, ci sono offerte più convenienti del mercato tutelato ma ci vuole un cliente informato, attento e di livello culturale elevato per poterne approfittare. Ma questa, evidentemente, era una soluzione troppo facile e troppo impegnativa perché avrebbe voluto dire salvaguardare effettivamente i diritti dei consumatori, farli crescere e sperare in un mercato virtuoso che continuasse con un circolo virtuoso.
Bene: ribadisco l’esempio relativo a mia figlia alla quale ho tolto il salvagente quando ha imparato a nuotare, non prima. Voi qui state togliendo il salvagente a 24 milioni di persone che non sanno nuotare. Molte di queste persone non impareranno a farlo e voi gli state togliendo il salvagente. Vi prendete voi questa responsabilità. Avete ostacolato le nostre proposte, avete fatto un favore alle grandi lobby, avete dato uno schiaffo ai cittadini che vogliono partecipare a migliorare questo Paese, partecipare al cambiamento di un mondo che non dovrebbe più fare guerre per chi inquina e per chi estrae petrolio e carbone ma vorrebbe lavorare per una pace perpetua e strutturale.
Per queste ragioni dichiaro il voto contrario del Movimento 5 Stelle.