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Contro caro bollette più FER ed efficienza energetica

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Solo un intervento strutturale che liberi la partecipazione delle rinnovabili al mercato elettrico e punti di più sull'efficienza energetica si può frenare il caro bollette

La questione del caro bollette, confermata da ARERA nella scheda tecnica di aggiornamento delle condizioni di tutela IV trimestre 2021, preoccupa e fa riflettere. L’aumento del prezzo dell’energia e del gas è dovuto a una non-ordinaria dinamica dei prezzi di petrolio e gas, che hanno raggiunto massimi storici, e in parte estremamente minore all’aumento dei prezzi dei permessi di emissione di CO2. L’Autorità chiede alla politica di individuare interventi strutturali, ed è esattamente quello a cui, come Presidente di Commissione, sto lavorando da fine 2019, come gli atti scritti testimoniano.

Per questo posso affermare che liberare la partecipazione delle rinnovabili al mercato elettrico e puntare di più sull’efficienza energetica, con una stabilizzazione del Superbonus e una spinta sulle Comunità di Energia Rinnovabile (CER), è il modo strutturale più efficace per abbattere i costi dell’energia e frenare il caro bollette. Come ha ricordato anche il commissario europeo per il clima e del Green Deal europeo, Frans Timmermans, se avessimo anticipato la transizione energetica e ridotto la dipendenza da fossili e gas, come il M5S chiede dal 2013, ora non ci saremmo trovati affatto in tale situazione di ancora sostanziale dipendenza dalle fossili. Quindi anziché sottolineare che la transizione ecologica abbia un costo, dobbiamo ribadire viceversa che è l’inazione a costare cara, non solo in termini economici, ma anche per l’ambiente e la salute, e ne abbiamo prove quotidiane.

Le direttive RED II e quella Mercati, alle quali stiamo lavorando in Commissione, sono due strumenti fondamentali grazie ai quali riusciamo a dare diverse risposte concrete. L’intervento del Governo, con il Decreto Legge 27 settembre 2021 n. 130 recante “Misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale” (che è stato assegnato alla nostra Commissione in sede referente e che proveremo a convertire inserendo i dovuti miglioramenti), è chiaramente una “pezza”, utilissima per carità, ma che non risolve il problema nel lungo periodo. Chi dice che il Governo dovrebbe fare di più e trovare altri 3 miliardi di euro non ha una visione lungimirante.

È chiaro che la soluzione non può essere una politica di sussidi (che spostano i costi in altri settori), ma una riduzione della generazione fossile e della dipendenza dal gas (da considerarsi fonte di transizione) e una conseguente diversificazione dell’approvvigionamento energetico a vantaggio delle rinnovabili. E proprio in questa logica, anche le grandi società partecipate di settore dovranno avere un ruolo più attivo e indirizzare i loro business. Che questa sia la strada giusta da percorrere ce lo conferma anche il prezzo delle aste della produzione di energia da rinnovabili: 69 Euro/MWh, contro i circa 150 Euro/MWh del termoelettrico.

Passare ai fatti, oltre a essere un obbligo morale per noi e per i nostri figli, è qualcosa che possiamo fare già adesso. Proviamo a smentire Greta Thunberg, intervenuta ieri a Milano allo Youth4Climate, che dai noi politici si aspetta solo “parole”. Ai giovani provenienti da tutto il mondo e arrivati a Milano per mettere a punto di una carta negoziale di proposte concrete per il clima, che sarà poi recepita nel corso della COP26 di Glasgow, va tutto il mio sostegno concreto. Lo confermano i miei continui sforzi nel diffondere le Comunità Energetiche Rinnovabili, da me fortemente volute anticipando di 18 mesi il recepimento della RED II, la Risoluzione sul Mercato elettrico approvata 2 mesi fa in Commissione, che contiene una serie di migliorie strutturali, e tutte le osservazioni relative che inserirò nei pareri sui recepimenti delle suddette Direttive.

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