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Al G7 Energia e Ambiente con meno fossili e più rinnovabili

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Il mio odierno intervento in Aula a seguito dell'informativa del Ministro della Transizione Ecologica, in vista del G7 dei ministri dell'Energia e dell'Ambiente del 25-27 maggio 2022

L’economia globale è travolta e il G7 deve discuterne. Le guerre palesano la fragilità di un sistema che può divenire sostenibile solamente intraprendendo azioni che garantiscano equilibrio tra la soddisfazione dei bisogni e il rispetto dell’ambiente.

Il percorso è unico: innovazione tecnologica, forte riduzione degli sprechi, efficientamento delle utenze energetice, forte incremento produzione di energia rinnovabile con relativi stoccaggi e tecnologie di smar-grid: questo garantirà energia economicamente conveniente e sostenibile.

Questo scenario è tratto dagli impegni assunti in ambito internazionale sul clima e l’energia, che l’Europa sostiene con diverse azioni e che delineano una road map al 2050 di piena decarbonizzazione. Obiettivi già definiti dal PNIEC e dal Piano per la Transizione Ecologica, ma che dovranno essere resi ancora più ambiziosi come indicato dal RepowerEU.

Obiettivi che anche per il Presidente del Consiglio sono un “un impegno che l’Italia intende mantenere” appoggiati la proposta della Germania, e che noi dobbiamo supportare e rilanciare per garantirci il più presto possibile la sicurezza energetica, in particolare dal gas russo.

Ministro, il Governo afferma essersi mosso rapidamente per ridurre la quota di gas naturale che importiamo dalla Russia, peccato però Ministro che NON stiamo avendo la stessa rapidità e DECISIONE per accelerare gli interventi strutturali di decarbonizzazione…

Preciso: noi escludiamo il nucleare per motivi più volte accennati in quest’Aula (e recentemente anche la Germania ha espresso contrarietà all’inserimento del nucleare nella tassonomia). ; siamo consapevoli che nella transizione ecologica il vettore gas giochi un ruolo importante, ma siamo altrettanto consapevoli che gli impatti che esso ha sul clima non sono affatto trascurabili; ed è una risorsa quantitativamente limitata per pensare possa essere un’alternativa strutturale. Per questo dovremmo il più velocemente possibile programmare la sua riduzione costante tramite una exit strategy.

Il Decreto sulle misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali però Ministro ci suscita una forte reazione di allarme, poichè dispone una liberalizzazione estesa e a tempo indeterminato al proliferare dei rigassificatori. Preciso: nel dibattito parlamentare lei ha sempre parlato sulla necessità di un paio di rigassificatori galleggianti e di un volume di circa 12 – 15 miliardi di metri cubi. Ma un conto è legiferare in accordo a tale, circoscritta, soluzione, giustificata per affrontare la crisi in atto, un conto è trovarsi un Decreto che, in deroga a numerose norme, apre le porte a una potenziale “rigassificazione” incondizionata “urbi et orbi”, che avverrebbe a caro prezzo per le tasche dei consumatori, sui quali verranno scaricati i costi.

Non dimentichiamoci poi che anche il prezzo del GNL è attualmente fuori controllo, elevatissimo. Costa il 30-40% in più rispetto alle forniture del suo cugino gassoso, e avrà pertanto impatti economici e sociali rilevanti per le attività produttive.

Sempre a livello strutturale, ricordo che la Germania chiederà al G7 di ridurre i sussidi alle fossili e di sostenere il retrofit degli edifici come fortemente voluto dal M5S con il superbonus. Eh sì, così si fa!…

Infine, l’altra grande misura sulla quale lavorare seriamente al G7: accelerare nelle rinnovabili, distruggendo le barriere che impediscono gli investimenti. Non allentiamo le briglie per il gas, se non per i 2 rigassificatori però a tempo determinato, allentiamole su rinnovabili ed efficienza energetica, ora, subito, senza indugiare ancora; individuiamo un quadro di regole speciali per l’innovazione energetica. Semplifichiamo, velocizziamo, anche sull’efficienza, e acceleriamo l’attuazione della regolazione, che è indispensabile.

Va pertanto sostenuta e incentivata anche tutta la filiera produttiva tecnologica relativa e definito un massiccio piano di rilancio industriale per la produzione di beni e servizi necessari alla Transizione Ecologica. Ecco la politica industriale che ci serve, ecco la creazione di decine e decine di migliaia di posti di lavoro, essendo queste soluzioni labour intensive che sostituiscono le capital intensive. Non sbagliamo ancora Ministro. Daremo, in questo modo, il nostro contributo per costruire il cambiamento necessario per un futuro dignitoso per tutti, e pacifico, meno gas, meno petrolio=meno guerre.

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