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Morti sul lavoro, in Veneto vera e propria emergenza

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Nell'interrogazione sull'emergenza morti sul lavoro in Veneto, chiediamo al Ministro Orlando cosa intenda fare per invertire il preoccupante trend di decessi e incidenti gravi

La sanguinosa emergenza dei morti sul lavoro va fermata. Il preoccupante trend di crescita, in ambito nazionale, ma anche rispetto a singole realtà regionali, pone questioni che non possiamo procrastinare. Purtroppo negli ultimi anni il Veneto è stata tra le prime regioni italiane per numero di denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale. Addirittura, nei primi cinque mesi del 2022, con 55 morti sul lavoro, è la regione in Italia con più persone decedute durante lo svolgimento dell’attività lavorativa. Oltre al dato assoluto, anche l’incidenza dei morti sul lavoro rapportata ai milioni di occupati delle differenti regioni colloca il Veneto in una fascia di allerta. Simili numeri non possono essere ritenuti accettabili, anzi costituiscono una vera e propria emergenza.

È per questo che, insieme alle colleghe senatrici Barbara Guidolin e Orietta Vanin, ho rivolto un’interrogazione (CONSULTA QUI IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE) al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, per sapere quali iniziative intenda intraprendere per invertire il preoccupante trend di crescita del Veneto e raggiungere il minor numero possibile di decessi e incidenti gravi.

Senza dubbio le modifiche legislative che ci sono state in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro hanno incentivato l’attività di vigilanza e il coordinamento dei soggetti che devono presidiare il rispetto delle norme di prevenzione, ma evidentemente ciò non è abbastanza per contrastare il fenomeno dei morti sul lavoro. È inammissibile che la sicurezza nei posti di lavoro non risulti ancora assicurata a un livello soddisfacente.

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